Grande serata al Golf Club la Montecchia lunedì 11 settembre, organizzata dall’Associazione Arte-Vino. La degustazione, o meglio la lectio magistralis, è stata tenuta da un’autentica star del mondo del vino, ovvero Riccardo Cotarella, imprenditore ed enologo di molti vini iconici italiani. E proprio alcuni di essi sono stati raccontati e degustati, per la delizia dei presenti, dallo stesso Cotarella. Il Metodo Classico 2017 Alfredo Barollo ha colpito sicuramente per l’inattesa eleganza del perlage, per i gradevoli sentori di lievito e pesca. Considerando la zona di produzione, non particolarmente nota dal punto di vista enologico fino ad oggi, con questo vino la famiglia Barollo e Cotarella hanno ribadito come si possa fare vini con carattere anche al di fuori delle zone cosiddette “vocate”. Davvero appassionante il Sabiona Kerner 2020 Cantina Valle Isarco: grande struttura ed aromaticità elegante per il vino che più di tutti mi ha sorpreso e che consiglio vivamente di mettere nella vostra cantina. Ha brillato per finezza il Fiano Pian di Stio 2022 San Salvatore, con i suoi sentori salini e fruttati, tra tutti agrumi e pera williams. Terminata la prima batteria di bianchi si è poi passati ai rossi, ad iniziare dal Brunello di Montalcino Docg 2018 Le Macioche: l naso ciliegia e viola predominano in un tripudio olfattivo; il sorso è indubbiamente di un vino giovane, ma tecnicamente perfetto. Personalmente il rosso che ho apprezzato di più tra una selezione di vini di livello altissimo. A seguire infatti si è degustato il marchio di fabbrica di Cotarella con il suo Montiano 2019. Altro miracolo territoriale, perché prima del Montiano, a Montefiascone si faceva solo vino bianco. Questa autentica icona dell’enologia italiana si è distinta per una complessità eccezionale. A mio parere il Merlot all’ennesima potenza. Al naso si sono alternati la viola, la prugna, il mirtillo. Grande eleganza e freschezza. Bevuta indimenticabile. Si è passati poi al Montevetrano 2009 Montevetrano. Subito percepibile la presenza del cabernet sauvignon per una nota più erbacea, in bland con aglianico e merlot. Sentori di liquirizia e di cuoio, complessità olfattiva e gustativa degna degli innumerevoli riconoscimenti ottenuti da questo storico vino. Il primo dell’ultimo trio di vini era rappresentato dal Chianti Classico Gran Selezione 2019 Castello di Volpaia, da vigneti a 800mt di altezza che a seguito dei cambiamenti climatici, donano una delle massime espressioni del Chianti. Un vino che si distingue per potenza e qualche spigolo. Rimanendo in Toscana, ma in ben altra zona, si è assaggiato il Bolgheri rosso “Opera Omnia” 2018 La Madonnina, un vino assolutamente espressivo e rappresentativo del territorio con il suo mare. Come ultima esperienza di assaggio, il Terra di Lavoro 2019 Galardi, altro vino estremamente territoriale, un vero vulcano nel bicchiere, al naso e all’assaggio, nella sua grande complessità, assolutamente percepibile il catrame. Complessivamente, entrare per un paio di ore nel mondo di Riccardo Cotarella è stata un’esperienza difficilmente dimenticabile, assaggiare questi vini un privilegio. Personalmente sono un grande fan di un altro vino targato Cotarella, non assaggiato durante la serata: Il Primitivo di Manduria Raccontami Vespa. Se volete farvi un regalo dall’eccezionale rapporto qualità prezzo, acquistate questo pezzo di Paradiso. Alla prossima!
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AuthorGiovanni Marraffa Archives
Settembre 2023
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